top of page

Renato Carpentieri

attore

Carpentieri_foto di Claudio Iannone.jpg
Patrizia Bettotti

Patrizia Bettotti

Andrea Dindo

Andrea Dindo

NOVITA’

In occasione del 250° anniversario dalla nascita

di Ludwig Van Beethoven (2020)

AMATA IMMORTALE

Alla ricerca della donna sconosciuta che rubò il cuore di

Ludwig van Beethoven

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scarica la scheda di presentazione

Scarica la scheda tecnica

 

RENATO CARPENTIERI

voce recitante

 

PATRIZIA BETTOTTI

violino

ANDREA DINDO

pianoforte

(dal romanzo di James Ellison)

Drammaturgia: Maria Antonietta Centoducati

my immortal beloved.jpg

Un viaggio meraviglioso ed emozionante tra la musica e gli amori di Ludwig van Beethoven. Un percorso nella sua anima e nei suoi capolavori, alla ricerca della donna misteriosa che gli ha rubato il cuore.

Una storia affascinante ed intrigante magistralmente raccontata dal Maestro Renato Carpentieri ed accompagnata dalla “Sonata a Kreutzer”, uno degli straordinari capolavori beethoveniani per violino e pianoforte, nell’esecuzione di Patrizia Bettotti al violino e Andrea Dindo al pianoforte.

Spettacoli:

- "AMATA IMMORTALE. Alla ricerca della donna sconosciuta che rubò il cuore di Ludwig van Beethoven.", con Patrizia Bettotti (violino) e Andrea Dindo (pianoforte)

- "LE BRACI", dal romanzo di Sándor Márai. Con Stefano Jotti.

Amat Immortale
Le Braci
Le Braci

Le Braci

Le Braci

Le Braci

Le Braci

Le Braci

Le Braci

Le Braci

LE BRACI

dall’opera di Sándor Márai

 

adattamento Fulvio Calise

drammaturgia e regia Laura Angiulli

produzione Galleria Toledo

con

RENATO CARPENTIERI

STEFANO JOTTI

scene: Rosario Squillace

disegno luci: Cesare Accetta

illuminotecnica: Lucio Sabatino

aiuto regia: Serena Sansoni

assistente scenografo: Lorenzo Crisci

Scarica la scheda di presentazione

Scarica la scheda tecnica

Leggi le recensioni

"La mia solitudine, il mio destino". Due uomini alla resa dei conti. Henrik, un anziano militare. Konrad, il suo migliore amico. Due voci risuonano dagli abissi delle loro vite di solitudine. Sono le braci dell'incendio di un mondo che non esiste più; braci non ancora ridotte in cenere, covate sotto i carboni consunti dell'esistenza trascorsa. Sopravvissuti al loro tempo, sono entrambi tenacemente rimasti vivi resistendo stoicamente in una bolla d’attesa, lunghissima, diretta solo al momento cruciale del reciproco rendez-vous.

Vanitas e ricordi sono fumi di ciò che resta dei grandi sentimenti ottocenteschi, idealizzazione dei “legami di parentela spirituale” traditi, ora riposti nelle morte proiezioni dei fantasmi delle loro vite trascorse. L’incomunicabilità si traveste da orgoglio. Brucia il diario di Krisztina, moglie e amante, o del tradimento del principio d'onore. Cosa ne è stato dunque dell'umanità del singolo, di quella età dell'oro anteriore alla Grande Guerra che ne ha segnato la battuta d’arresto, quando la dignità rendeva uomini e la passione ne alimentava i sentimenti? Come candela, la vita deve bruciare fino in fondo.

La forza d’immaginazione della morte, in opposizione alla vendetta che tiene in vita, è più poderosa dello stesso vivere, una conclusione non evitata, né cercata, tra coraggiosa attesa e paura del vero, indicibile e umano.

bottom of page